Nel pomeriggio di ieri, 31 maggio, il Congresso SIP si è concentrato sugli aspetti più avanzati delle vaccinazioni. Due intere sessioni plenarie per spiegare e discutere a 360º di politiche vaccinali, nuovi vaccini e aspetti medico-legali.
Per introdurre il tema della prima sessione, presieduta da Paolo Rossi con la moderazione di Carlo Signorelli e Paolo Castiglia, Italo Francesco Angelillo ha mostrato gli andamenti epidemiologici delle principali malattie infettive prevenibili e delle coperture vaccinali. Un accento particolare è stato messo, anche dai relatori successivi, sugli evidenti risultati dovuto all’introduzione della legge 119/17. Gli italiani, quando i servizi funzionano e propongono una buona comunicazione, accettano volentieri di eseguire le vaccinazioni raccomandate.
Francesco Vitale ha mostrato i dati più recenti sul vaccino anti-Rotavirus e sugli aspetti benefici che vanno ben oltre la sola riduzione delle gastroenteriti virali (ma chi ci segue da tempo, è già aggiornato!): riduzione delle manifestazioni di celiachia, probabile riduzione dei casi di diabete giovanile… Sulla sicurezza dei vaccini attualmente in commercio, i dati parlano chiaro: il rischio di invaginazione intestinale causata da vaccino è pressoché nullo.
Paolo Scollo ha tenuto una lezione sull’importanza della vaccinazione in gravidanza: al momento, sono raccomandate l’antinfluenzale e il dTpa, ma si apre alla possibilità di vaccinare anche per altri vaccini antigenici. Il problema, anche in questo caso, è soprattutto comunicativo: ancora troppi pediatri e ginecologi non sono adeguatamente formati sulle vaccinazioni in gravidanza, alimentando paure irrazionali nelle future mamme.
L’aspetto medico-legale viene affrontato dal brillante Pasquale Macrì. Ne ha per tutti: “non dovete dire che l’autismo non è correlato ai vaccini perché lo ha stabilito la Corte di Cassazione! La scienza non si fa in tribunale! Voi medici sapete che i vaccini non c’entrano nulla con i vaccini perché i dati scientifici dicono questo”; e poi “non chiamatela legge dell’obbligo, perché non c’è nessun obbligo: nessuno prende i bambini di forza e li vaccina coercitivamente”. La sua lectio magistralis è incentrata sulla nuova legge sul consenso informato (legge 219/17). Gli aspetti innovativi, almeno per la platea di medici, sono molti e tutti interessanti: quello principale, secondo noi, è la funzione del medico e dell’équipe sanitaria, chiamata a essere garante al di sopra dei genitori (se lo avessero ascoltato i “paladini della libertah”, ci sarebbe stato il pandemonio): nel caso i sanitari ritenessero, nell’interesse migliore del minore, che i genitori non stiano adeguatamente adempiendo al proprio ruolo di responsabili della sua salute, allora è necessario intervenire attraverso il giudice tutelare. Un salto culturale notevole per i medici italiani.
Michele Conversano, infine, mette il dito nella piaga delle mancate vaccinazioni tra gli operatori sanitari: i medici risultano essere più favorevoli alla vaccinazione antinfluenzale rispetto a infermieri e operatori sanitari, ma è una magra consolazione. Ancora troppo basso il tasso di adesione alle campagne vaccinali. E allora si studiano vari sistemi per migliorare la situazione, dalle leggi coercitive regionali alla “spinta gentile” attuata attraverso i primari (inserendo tra gli obiettivi di budget l’adesione alle vaccinazioni) o con l’uso di spillette per mostrare ai pazienti chi si è vaccinato (e quindi vuole evitare le trasmissioni di influenza ai più deboli).
La seconda sessione, i cui chairmen erano Fausto Francia, Martino Barretta e Elisabetta Franco, inizia con la splendida lettura di Pier Luigi Lopalco sui meningococchi e sui vaccini contro i meningococchi. Una lezione molto chiara sulle tecnologie avanzatissime con cui si costruiscono questi vaccini. Essendo epidemiologo, ha mostrato anche come certe categorie di persone, per tipo di vita sociale, potrebbero avvantaggiarsi dalla vaccinazione. Tuttavia, non c’è alcuna necessità di estendere ulteriormente la gratuità di questi vaccini.
Guido Castelli Gattinara ha poi fatto il punto sui vaccini per TBC, malaria (di cui avevamo parlato anche noi) e dengue: quest’ultimo ci ha mostrato come la farmacovigilanza sia fondamentale, a volte, per comprendere alcune peculiarità di certi vaccini. Ora si può somministrare solo a chi abbia già contratto dengue almeno una volta, così da prevenire la forma emorragica della malattia.
Un pomeriggio molto denso e impegnativo, conclusosi con le relazioni particolarmente tecniche e specialistiche di Paolo Palma (i vaccini nelle popolazioni pediatriche vulnerabili), di Roberto Ieraci (vaccino anti-HPV) e Paolo Villari che ha fatto di nuovo il punto sull’epidemia di morbillo in Europa.
I contenuti erano di altissimo livello. Nelle discussioni si è parlato anche di esitazione vaccinale, di strumenti comunicativi per parlare con i genitori. Una sessione a cui la SIP teneva particolarmente, tenutasi nell’auditorium centrale da 1200 posti. Eppure, poco più di 150 partecipanti erano presenti: se i pediatri, che sono in primissima linea nel rapporto con i genitori, non sono interessati ad aggiornarsi sui vaccini, crediamo che la strada verso il superamento della legge 119/17 sia ancora lunga e impervia.