Vaccini dei militari, una bufala di Stato: le indagini politiche

Scopriamo ora come e perché le commissioni parlamentari si sono interessate alle vaccinazioni dei militari. Qui la prima parte del nostro lavoro sulla revisione del progetto SIGNUM.

Sommario

1. Perché sono state istituite commissioni parlamentari di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito?
2. Le vaccinazioni come oggetto di indagine delle varie commissioni parlamentari
3. L’interpretazione dell’ultima commissione parlamentare
4. Sintesi e conclusioni: gli errori delle commissioni e dei media
Referenze bibliografiche di carattere scientifico
Sitografia

SIGNUM


1. Perché sono state istituite commissioni parlamentari di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito?

Le commissioni parlamentari di inchiesta sono un organo previsto dall’articolo 82 della Costituzione, attraverso cui il Parlamento esplica la sua funzione ispettiva: svolgono indagini e ricerche su materie di pubblico interesse.

SIGNUM1

La politica e l’opinione pubblica hanno cominciato a interessarsi alle conseguenze dell’esposizione all’uranio impoverito al tempo delle operazioni militari nella ex Jugoslavia. Si temeva che si potessero ripetere gli effetti della Sindrome della Guerra del Golfo, descritta dopo la guerra in Kuwait del 1990-1991.

Nel 1999, dopo la guerra nei Balcani, la NATO ha diffuso un documento che descriveva i rischi associati all’esposizione all’uranio impoverito e le precauzioni consigliate per i militari.

Questa segnalazione ha innescato quasi un ventennio di indagini da parte degli organi parlamentari deputati alle funzioni di controllo.

Si sono così susseguite, nel corso degli anni, 4 commissioni parlamentari di inchiesta. La prima, nel 2004, ha origine dal documento NATO del 1999.


2. Le vaccinazioni come oggetto di indagine delle varie commissioni parlamentari

Ancora prima delle commissioni parlamentari, l’aumento dell’incidenza di linfoma di Hodgkin (LH) tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo era stato oggetto di un’analisi della commissione Mandelli, istituita nel 2000 dal Ministero della Difesa.

SIGNUM2La commissione Mandelli ha raccolto e indagato 12 casi di LH: confrontando l’incidenza di una popolazione simile a quella dei militari attraverso il registro tumori, è risultato che si sarebbero verificati circa 7 casi in più rispetto a quelli attesi. Tra i dati anamnestici raccolti dalla commissione ministeriale d’indagine erano incluse le vaccinazioni effettuate: era un dato raccolto per tutti i militari, in quanto tutti i militari sono sottoposti a uno specifico protocollo di vaccinazione. Esattamente come il dato sulla provenienza del cibo e dell’acqua assunti durante le missioni. La commissione non ha rilevato un effetto dovuto all’uranio impoverito né alle vaccinazioni ricevute dai militari: le cause di aumento dell’incidenza delle neoplasie interessate dovevano essere cercate altrove. Non si può nemmeno del tutto escludere che l’aumentata incidenza sia frutto del caso, considerando l’ampiezza degli intervalli di confidenza del rapporto tra i tassi di incidenza.

Nonostante questa prima, chiarissima indicazione, le vaccinazioni continueranno a essere oggetto delle indagini delle varie commissioni parlamentari per oltre quindici anni.

SIGNUM3Nei lavori della prima commissione parlamentare di inchiesta sulla salute dei militari[1] si delinea quella che viene definita ipotesi vaccinale: la possibilità che l’aumento dell’incidenza di alcune alterazioni del sistema immunitario fosse dovuto al thimerosal, all’alluminio e a somministrazioni vaccinali ripetute e ravvicinate (occorse talvolta in caso di dislocamento accelerato). Leggendo la relazione conclusiva del 2006 si capisce che l’ipotesi vaccinale si affaccia durante l’audizione di Massimo Montinari e Giampaolo Vanoli. Non sappiamo cosa abbia portato la commissione a convocarli né perché si sia ritenuto di inserire nei lavori il tema delle vaccinazioni, che non figura nel perimetro dell’inchiesta definito dalla delibera istitutiva della commissione. Le conclusioni non sono univoche, a causa dell’assenza di dati certi sulle neoplasie dei militari e sui reali tassi di incidenza, nonché per via dell’esposizione all’inquinamento ambientale degli impianti industriali presenti in Iraq (che sarà poi oggetto dell’analisi di SIGNUM).

SIGNUM5La seconda commissione[2] opera per un periodo piuttosto breve e non aggiunge molto alle conclusioni della prima. Nella relazione conclusiva si ribadisce semplicemente l’indicazione di approfondire gli aspetti legati alle ripetizioni dei cicli di vaccinazione e alle somministrazioni ravvicinate, nonostante le vaccinazioni continuino – formalmente – a non essere incluse nel perimetro di indagine.

SIGNUM6La terza commissione d’inchiesta[3] è quella che contribuisce significativamente l montare dei sospetti sugli effetti delle vaccinazioni e all’errata interpretazione di SIGNUM. Abbiamo visto come le conclusioni dello studio non ritengano necessaria nessuna azione precauzionale sulla pratica delle vaccinazioni. Eppure, la relazione conclusiva della terza commissione, la cui delibera istitutiva per la prima volta include le vaccinazioni tra gli oggetti di indagine, dedica un intero capitolo a quello che viene illustrato come il problema dei vaccini, affermando che

il progetto SIGNUM solleva quindi degli interrogativi importanti sugli effetti del carico vaccinale, soprattutto se associato ad attività operative caratterizzate da un elevato livello di stress: si tratta di un tema di grande rilievo, al quale è dedicata una parte della presente relazione e sul quale pertanto si ritornerà più avanti.

Nonostante l’ampio spazio offerto a questo argomento durante le audizioni, abbiamo visto che in SIGNUM non c’è traccia degli interrogativi che la commissione gli attribuisce.


3. L’interpretazione dell’ultima commissione parlamentare

SIGNUM7Il 7 febbraio 2018, vengono presentate le conclusioni della quarta commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito[4].

Dopo tutti questi anni, le vaccinazioni continuano a essere indagate per inerzia, in ossequio all’ipotesi vaccinale formulata nel lontano 2006.

Molte pagine della relazione conclusiva sono dedicate agli elenchi dei dati sulle reazioni avverse e dei componenti dei vaccini che la commissione ha ricevuto da AIFA.

Nei commenti a questi dati si insinuano abusivamente concetti e parole poi divenute mantra della disinformazione: dal richiamo alla ragionevole necessità di raccogliere un’adeguata anamnesi dei militari si ricavano capziosamente sia la richiesta di accertamenti pre-vaccinali sia l’arbitraria deduzione che le reazioni avverse non acute sarebbero notevolmente sottostimate. Questa parte della relazione viene riprodotta e arricchita nell’Allegato 1 a opera di Ivan Catalano, vicepresidente della commissione, noto per le sue posizioni antiscientifiche e per il suo attivismo in favore della “libertà di scelta”.

L’Allegato 1 è un singolare concentrato di deduzioni arbitrarie e interpretazioni errate, in cui è impossibile non riconoscere gli argomenti e l’orientamento della propaganda antiscientifica: al punto che contiene la citazione di un lavoro di infima qualità[5], che ancora mette in relazione vaccinazioni e disturbi dello spettro autistico [8].

In chiusura dell’Allegato 1 la commissione si esprime sullo studio Lack of evidence for post-vaccine onset of autoimmune/lymphoproliferative disorders, during a nine-month follow-up in multiply vaccinated Italian military personnel, pubblicato ad agosto 2017 [9] sulla rivista Clinical Immunology e acquisito agli atti dell’inchiesta.

Il paper viene duramente contestato dalla commissione, che si spinge a ritenerlo inaccettabile nel metodo e nel merito, argomentando in modo fantasioso e completamente privo di evidenze scientifiche a supporto delle tesi dei parlamentari. Abbiamo, dunque, un organo politico che confuta a piacimento i risultati di un lavoro scientifico. Ma c’è qualcosa di ancor più interessante: è significativo osservare l’ardita costruzione logica sottesa alle obiezioni della commissione.

Come il titolo suggerisce, l’articolo afferma che non esiste evidenza che i vaccini possano aver causato nei militari malattie autoimmuni o linfomi.

Nel liquidare lo studio la commissione parte proprio dal titolo, affermando che non è coerente con le sue conclusioni. Poiché, durante l’inchiesta, il Governo ha affermato che lo studio in oggetto non contraddice i risultati di SIGNUM, la commissione ne deduce che il titolo sarebbe incongruente perché, sempre secondo la commissione, SIGNUM solleverebbe dubbi sulla sicurezza delle vaccinazioni.

È perfettamente vero che lo studio non contraddice i risultati di SIGNUM: ciò che non è vero, come ormai sappiamo, è che SIGNUM mette in discussione la sicurezza delle vaccinazioni.

L’articolo Lack of evidence for post-vaccine onset of autoimmune/lymphoproliferative disorders, during a nine-month follow-up in multiply vaccinated Italian military personnel, finanziato dal Ministero della Difesa e a cui hanno collaborato alcuni medici della sanità militare, è stato pubblicato su una rivista di solida credibilità[6] e sottoposto a peer-review: è un lavoro valido, che si aggiunge all’enorme mole di letteratura scientifica che dimostra la sicurezza delle vaccinazioni.

Agli atti della commissione è stato acquisito – e citato nella relazione finale – anche il famigerato lavoro di Maria Antonietta Gatti e Stefano Montanari New Quality-Control Investigations on Vaccines: Micro- and Nanocontamination [10], pubblicato su International Journal of Vaccines and Vaccination edito da MedCrave, rivista predatoria che pratica una peer-review solo apparente, e già aspramente criticato dalla comunità scientifica internazionale. Su questo lavoro, tuttavia, la commissione parlamentare non solleva alcuna obiezione.

La commissione ha ritenuto che le osservazioni confluite nell’Allegato 1 sollevino temi rilevanti e le ha inviate all’Istituto Superiore di Sanità per una valutazione scientifica, di cui ancora non sono stati resi pubblici gli esiti.

I parlamentari scrivono che durante l’inchiesta sarebbero emerse sconvolgenti criticità relative alla sicurezza e alla tutela della salute dei militari impegnati nelle missioni internazionali e sul territorio italiano. Secondo la commissione, queste hanno contribuito a seminare morti e malattie. Stando alle dichiarazioni del vicepresidente della commissione, in questo scenario di devastazione sarebbero inequivocabilmente implicati i vaccini inoculati nei militari. In particolare, la relazione conclusiva insiste sulla prescrizione, attribuita a SIGNUM, di limitare a cinque il numero di vaccini da inoculare contemporaneamente.

Nella revisione di SIGNUM non abbiamo trovato nulla di tutto questo.


4. Sintesi e conclusioni: gli errori delle commissioni e dei media

IoVaccino è un’associazione di genitori nata per fare corretta informazione sulle vaccinazioni. In particolare, l’associazione è stata fondata per aiutare altri genitori a scegliere consapevolmente e con fiducia il percorso vaccinale, perché la medicina fondata sulle prove scientifiche ci ha abbondantemente dimostrato che le vaccinazioni sono lo strumento migliore per tutelare la salute dei nostri figli. E sono sicure.

Nel momento in cui una commissione parlamentare ha additato i vaccini come nocivi, abbiamo avuto paura. Abbiamo voluto capire su quali basi scientifiche i parlamentari che ci rappresentano hanno scritto parole terrificanti come sconvolgenti criticità o che sono necessari esami pre-vaccinali: gli scienziati non ci hanno mai avvisato di pericoli del genere.

Per questo abbiamo deciso di documentarci: per comprendere, assieme al nostro Comitato Scientifico, se davvero esistessero delle sconvolgenti criticità sui vaccini.

Per prima cosa, abbiamo compreso che lo studio SIGNUM è stato disegnato per valutare un effetto genotissico degli inquinanti ambientali. Da questo presupposto si evince facilmente che lo studio non è disegnato per studiare un eventuale effetto genotossico dei vaccini. La più corretta interpretazione dei risultati è che le persone che hanno operato nel teatro operativo in condizioni più stressanti (pattugliatori e conduttori) sono anche quelli che hanno ricevuto più vaccinazioni, così da essere protetti al meglio durante la loro attività: nulla fa dedurre che i vaccini possano essere associati a una modifica dei biomarcatori indagati. È utile anche ribadire che la prima parte dello studio SIGNUM non aveva la potenza statistica per indagare l’insorgenza dimalattie neoplastiche, in particolare per la breve durata dell’osservazione.

Questi risultati sono ben lontani dalle interpretazioni che ne ha dato la commissione parlamentare. Ancora più lontani dai comunicati dei media e dai proclami dei movimenti antivax. Interpretazioni, comunicati e proclami che, semplicemente, non sono aderenti alla realtà.

La prima commissione che si è occupata dell’epidemiologia delle malattie neoplastiche nei militari ha iniziato a lavorare nel 2000. Già all’epoca non ci fu alcun segnale che individuasse nei vaccini la possibile causa del presunto aumento di incidenza di linfomi di Hodgkin: furono indagati e riportati i vaccini eseguiti, esattamente come furono indagati i cibi che avevano assunto i militari.

Ma da quel momento in poi, in una sorta di bizzarro gioco del telefono senza fili, i vaccini , apparsi esclusivamente in veste di dato anamnestico, SIGNUM9hanno continuato ad abitare stabilmente i lavori delle commissioni parlamentari con l’ingiustificato ruolo di indiziati. Fino ad arrivare all’ultima commissione, in cui – nonostante le conclusioni dei ricercatori incaricati dalle istituzioni stesse non lo affermino – i vaccini sono accusati di causare molteplici danni e malattie.

Riteniamo probabile che nelle dinamiche delle istituzioni si siano insinuati alcuni elementi ideologici in opposizione alle vaccinazioni.

Come è possibile, altrimenti, che nella parte di studio pubblicata sulla rivista International journal of hygiene and environmental health gli autori di SIGNUM scrivano che non è presente alcuna relazione tra la frequenza dei micronuclei e il numero delle vaccinazioni [7] e una commissione parlamentare concluda la sua inchiesta affermando che i vaccini possono essere causa di neoplasie o malattie autoimmuni?

Ci sembra che le sconvolgenti criticità, assenti nei vaccini somministrati ai militari, abbondino invece nel funzionamento di alcune istituzioni e nell’impiego delle risorse pubbliche. SIGNUM è costato circa 2 milioni di euro[6], ai quali si deve sommare il costo difficilmente stimabile di tutti i parlamentari che, per oltre un decennio, sono stati tenacemente impegnati a cercare quello che non c’è. Denaro e risorse sottratte alle pressanti necessità del nostro paese. Dove, tra l’altro, la ricerca scientifica è strutturalmente mortificata dalla cronica, quanto miope, mancanza di fondi.


Note

[1] Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano impiegato nelle missioni internazionali di pace, sulle condizioni della conservazione e sull’eventuale utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari sul territorio nazionale (Senato, 2004)
[2] Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico (Senato, 2006)
[3] Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni (Senato, 2010)
[4] Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni. (Camera, 2015)
[5] La “reputazione” delle riviste scientifiche viene misurata con un indice che viene chiamato impact factor (IF): più alto è, più la reputazione della rivista è elevata. Inoltre, riviste con IF elevato tendono ad accettare difficilmente lavori di scarsa importanza. La rivista su cui è pubblicato l’articolo citato dai parlamentari ha IF nullo.
[6] La rivista in questione ha un IF di 3.96, quindi un livello medio-alto per una rivista specialistica.

Referenze bibliografiche di carattere scientifico

  1. Izzotti A. DETECTION OF MODIFIED DNA NUCLEOTIDES BY POSTLABELING PROCEDURES. Toxicology Methods. Taylor & Francis; 2008 Sep 30;8(3):175–205.
  2. Fenech M. Cytokinesis-block micronucleus cytome assay. Nat Protoc. 2007;2(5):1084–104.
  3. Alexanin SS, Slozina NM, Neronova EG, Makarova NV. Chromosomal aberrations and sickness rates in Chernobyl clean-up workers in the years following the accident. Health Phys. Health Physics; 2010 Feb;98(2):258–60.
  4. Boffetta P, van der Hel O, Norppa H, Fabianova E, Fucic A, Gundy S, et al. Chromosomal aberrations and cancer risk: results of a cohort study from Central Europe. Am J Epidemiol. 2007 Jan 1;165(1):36–43.
  5. Allam A, Kabelitz D. TCR trans-rearrangements: biological significance in antigen recognition vs the role as lymphoma biomarker. J Immunol. 2006 May 15;176(10):5707–12.
  6. Pirastu R. [Military condition and cancer morbidity: the stock of the situation]. Epidemiol Prev. 2011 Sep;35(5-6):255–6.
  7. Bolognesi C, Migliore L, Lista F, Caroli S, Patriarca M, De Angelis R, et al. Biological monitoring of Italian soldiers deployed in Iraq. Results of the SIGNUM project. Int J Hyg Environ Health. 2016 Jan;219(1):24–32.
  8. Epidemiologic and Molecular Relationship Between Vaccine Manufacture and Autism Spectrum Disorder Prevalence. 2015;30(1):47–70.
  9. Ferlito C, Barnaba V, Abrignani S, Bombaci M, Sette A, Sidney J, et al. Lack of evidence for post-vaccine onset of autoimmune/lymphoproliferative disorders, during a nine-month follow-up in multiply vaccinated Italian military personnel. Clin Immunol. 2017 Aug;181:60–6.
  10. Gatti AM, Vaccin SMIJV, 2016. New quality-control investigations on vaccines: Micro-and nanocontamination. janetsplanetca

Sitografia

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